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Rebus n. 20.JPG

Rebus oggettuale n. 19

2018

Scatola di legno, vetro, depron, carta, colla e materiali vari

cm 10 x 18 x 5

“[…] Bacco innamorato della ninfa Alfesibea, non potendola persuadere né con doni né con preghiere, cambiò la figura del proprio corpo in quella di una tigre, ed avendo così col timore recata al suo volere quell’amata fanciulla, la tolse con sé; e portatala oltre il fiume ne generò un figliolo detto Medo. Il quale fatto adulto, in onore di questo caso, denominò Tigri quel fiume [...]”

Plutarco

Secondo Plutarco, l'antico fiume Sollax prese il nome di Tigri dopo che Bacco si fu trasformato in tigre per conquistare una giovane ninfa asiatica che, fuggita su una riva, si lasciò finalmente prendere per attraversare il fiume.
Uno spartito musicale, una tigre (Bacco sotto mentite spoglie?), un fiume (il Tigri?), la lettera “c”, un cubo con il simbolo chimico dell’oro e due braccia femminili che spuntano dalla vegetazione sulla riva destra (la ninfa Alfesibea?) compongono questo rebus oggettuale la cui soluzione allude a un’originaria dimensione mitica dell’umanità.

Il mito narrato da Plutarco, tuttavia, non ha qui alcuna rilevanza dal momento che nei rebus il piano visivo è dissociato dalla soluzione verbale. In ogni rebus, infatti, le immagini (in questo caso gli oggetti) sono solo conseguenze fortuite in quanto la loro scelta avviene sulla base del nome corrispondente allo scopo di creare una frase o un’espressione di senso compiuto.

La tentazione di trovare, a posteriori, dei nessi tra gli oggetti casuali precedentemente raggruppati in uno stesso spazio rimane però irresistibile…

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