Natura morta contemplativa con oracoli e città metafisica
2021
Scatola di legno, vetro, legno, smalto, imbottitura per cuscini, cartoncino, carta e colla
cm 22 x 33 x 9
Dettagli
Un’altra natura morta contemplativa rosa (anziché azzurro cielo), ambientata al tramonto.
Questa seconda natura morta rosa presenta una novità rispetto alle precedenti perché alla componente visiva si aggiunge quella sonora: muovendo la scatola alcune palline di carta crespa accartocciata inserite sotto al piano inclinato producono un rumore delicato, che può ricordare il mare che si infrange, calmo, sulla riva.
La natura morta è un soggetto pittorico che nasce, come genere autonomo, alla fine del Cinquecento e si afferma nel Seicento, in pieno Barocco, l’epoca dell’inganno ottico, dello stupore e della meraviglia.
Ad affascinarmi, di questo genere a lungo considerato inferiore, è l’idea di fondo di selezionare e di combinare alcuni oggetti in modo da creare una composizione che risulti esteticamente piacevole e virtuosisticamente realistica oppure enigmatica e spiazzante, come nelle correnti novecentesche della pittura metafisica e del Realismo magico. In ogni caso, l’interesse è rivolto al soggetto inanimato che diventa protagonista autonomo del quadro: gli oggetti, descritti con precisione calligrafica, assumono una funzione simbolica, che rinvia ad altro rispetto a ciò che riproducono tanto dettagliatamente.
Alla rappresentazione pittorica degli oggetti simbolici ho sostituito gli oggetti stessi e li ho collocati in una scatola-stanza con il piano-pavimento inclinato, che scivola verso lo spettatore, come in certe nature morte di Cézanne e di De Chirico.
Attraverso un’apertura ellittica si può contemplare, tra le nuvole, una natura morta dello stesso colore del cielo al tramonto, composta dalla sagoma di un tonno, al centro, da conchiglie, un esagramma con accanto le tre monete da lanciare e, sulla destra, una moltitudine disordinata di piccoli oggetti di forme diverse e bizzarre che fuoriescono da un calice rovesciato sul piano inclinato.
Sullo sfondo un’architettura classica con tre arcate a tutto sesto allude a una misteriosa città metafisica.
Le conchiglie, l’esagramma e il cumulo di piccoli oggetti rovesciati e disposti casualmente rinviano al concetto di divinazione: sono molte le tecniche divinatorie con le quali, in antichità, si traevano gli oracoli.
L’ellisse allude al “templum” etrusco, cioè lo spazio di cielo, diviso e consacrato, “disegnato” all’orizzonte dal sacerdote con un apposito bastone allo scopo di osservarvi i segni provenienti dal mondo ultraterreno.
La scelta della monocromia ha la funzione di innalzare gli oggetti a un livello di astrazione, collocandoli in una dimensione immateriale, metafisica: “oltre le cose fisiche”.
Contemplando questa natura morta rosa, si può accedere a un’altra dimensione.